Un parco tra i più spettacolari di Francia evoca lo splendore delle ville rinascimentali toscane.
A pochi chilometri da Mont Saint-Michel, una straordinaria mise-en-scène delinea uno tra i capolavori topiari più importanti di Francia e del mondo: i giardini de La Ballue.
A Bazouges-la-Pérouse, questo progetto contemporaneo dalla spiccata allure classica incornicia un castello in stile Luigi XIII giocato su simmetrie perfette. Icona dell’architettura bretone del XVII secolo, il maniero − costruito già in epoca medievale − è trasformato in sontuosa residenza con parterre all’italiana nel 1615 per volontà di Gilles Ruellan, consigliere di Enrico IV e ministro delle finanze di Bretagna.
Nei secoli la tenuta conosce alterne fortune; durante la Seconda guerra mondiale, il parco viene addirittura trasformato in un campo di patate. È nel 1973 che l’editrice Claude Arthaud acquista il complesso e ripristina l’antica meraviglia, reinterprentando l’originario concept formale denso di geometrie e figure simboliche. Nasce così l’odierno layout disegnato dagli architetti Paul Maymont e François-Hebert Stevens. Un’operazione portata avanti, a partire dal 2005, dall’attuale proprietaria Marie-Françoise Mathiot-Mathon; la padrona di casa, infatti, intraprende un restauro approfondito, al punto che il sito si aggiudica il secondo posto all’European Garden Award 2017.
Fulcro del progetto è la terrazza davanti alla facciata principale in granito dorato e ardesia: domina il panorama arcadico legandosi idealmente al paesaggio attraverso una siepe di tassi potati a onda. Il belvedere a forma quadrata − firmato da Hébert-Stevens − rispecchia le proporzioni rigorose dell’edificio, combinando sentieri diagonali, triangoli di prato e cordoli, intorno a un esagono topiario sormontato da otto alberetti modellati a sfera. L’insieme è concepito alla maniera di un maestoso green carpet da ammirare dalle finestre della residenza, mentre sulla sinistra un doppio colonnato di tassi potati sostiene la pergola di glicini e introduce al giardino a stanze.
La tensione narrativa del luogo gioca su una poetica alternanza di luci e ombre attraverso le sapienti “potature di trasparenza” effettuate dall’arboricoltore Claude Le Maut per alleggerire le chiome dall’aspetto spontaneo. Inoltre, a La Ballue, si coltivano in forma naturale anche i bossi di un’incredibile raccolta di ben settantotto varietà. Voluto da Marie-Françoise Mathiot-Mathon per contribuire alla biodiversità di una specie che negli ultimi anni è flagellata dai parassiti, l’ambizioso progetto è stato premiato come Collezione vegetale speciale all’ultima edizione della prestigiosa Journées des plantes de Chantilly. Per un virtuoso connubio tra bellezza ed eccellenza botanica.
Molte delle stanze affacciate sul giardino sono state trasformate in chambres d’hôtes: qui hanno soggiornato anche Victor Hugoe Niki de Saint-Phalle.
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