In Provenza, un hôtel particulier ricco di fascino

Cercavano una casa in Provenza dove trasferirsi da Parigi. Hanno trovato l’hotel Drujon, una dimora storica disabitata da decenni in cui, per un secolo, gli artigiani hanno lavorato il vimini. E che adesso è la sede di una rinascita locale.

Quando Anthony Watson e Benoit Rauzy hanno acquistato questa vecchia dimora storica del XVIII secolo nel piccolo villaggio provenzale di Vallabrègues, tra Arles e Avignone, non ne conoscevano il passato. «Non sapevamo niente della sua storia, ci siamo innamorati dei colori, dei muri in pietra, del giardino di bougainvillee e ulivi, dello stile provenzale, della sua eleganza umile». La loro nuova casa un tempo aveva ospitato la Boyer Ltd., un’azienda del XIX secolo che raccoglieva il ricco raccolto di canne che cresceva nella vicina regione della Camargue e lo intrecciava in cesti.  “C’era questa tradizione intorno a noi”, dice Watson, ricordando i cesti che avevano disseminato la proprietà al loro arrivo. “Benoit mi ha detto: ‘Dobbiamo continuarla noi.’” E così hanno creato Atelier Vime (la parola francese deriva da vimen, in latino sta per “ramoscello flessibile”), rianimando l’industria del vimini locale per un nuovo pubblico elegante. La coppia, a cui non mancavano né conoscenza dell’arte né gusto, essendo cresciuti entrambi in famiglie di collezionisti, ha iniziato a raccogliere importanti pezzi in vimini e rattan del 20° secolo, tra cui una poltrona in rattan degli anni ’50 di Gio Ponti; una coppia di poltroncine scultoree degli anni ’60 di Tito Agnoli; diverse culle in rattan chic. Ben presto hanno contattato la designer Raphaëlle Hanley per ideare pezzi originali per la loro linea di prodotti realizzati con materiali locali da abili artigiani del posto.

Di lì a poco, Atelier Vime è diventato un punto di riferimento per i designer. Pierre Yovanovitch ha commissionato un’imponente lampada per un progetto a Tel Aviv e ha utilizzato le sue lampade Edith ispirate agli anni ’50 in una pensione in Portogallo. Anche Rose Uniacke, che segue Atelier Vime su Instagram, ha un debole per la loro illuminazione: “Cattura sempre e completamente la mia attenzione, che si tratti di una semplice spirale di una lampada a fune o di lanterne nautiche”.

Altri designer hanno approfittato dell’archivio di design storici di Atelier Vime, come Virginia Tupker, con sede a New York. “Molti dei miei clienti sono ossessionati dal vimini”, spiega. “Ma fino ad ora non avevo trovato nessuno che lo realizzasse con la stessa aria vintage.”

Oggi, Atelier Vime è per Benoît e Anthony casa e studio creativo, ai pezzi originali si affiancano quelli vintage scovati nelle loro ricerche in Europa, e opere d’autore e anonime, degli anni ’30, ’40 e ’50.

Ph. Gianni Basso AD Italia
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