Tra cielo e terra

Non lontano da Avignone, arroccato in cima a un piccolo borgo medievale, un hotel è racchiuso in sette edifici del XVI e XVII secolo e ha saputo conservare il loro carattere.

La storia inizia come un romanzo di Peter Mayle. Durante l’estate del 1988, un uomo d’affari canadese, Peter Chittick, viaggia attraverso la Provenza con la sua futura moglie, Carolyn. Stanno cercando un posto dove aprire un hotel di lusso. Fa caldo, i profumi fluttuano nell’aria pesante. La coppia passeggia sulle stradine dell’Haut-Vaucluse, il vigneto e il Mont Ventoux sullo sfondo. All’improvviso, dietro una curva, incastonato come un nido d’aquila su uno sperone roccioso, appare un villaggio fortificato, che taglia il cielo senza nuvole.

E’ Crillon-le-Brave, appena trecento abitanti, una manciata di case del XVI e XVII secolo incastonate sotto le mura di un castello, uliveti a perdita d’occhio. Peter e Carolyn se ne innamorano e scoprono che una casa di campagna è in vendita.

Sono passati venticinque anni. Ecco Peter e Carolyn di nuovo in visita con i loro soci all’Hôtel Crillon-le-Brave, “Relais & Châteaux” dal 1995: trentaquattro camere e suite installate in sette case del villaggio, acquistate una ad una nel corso degli anni.

Poste a poche decine di metri l’una dall’altra, le stanze sono collegate da strade acciottolate, piazze ombreggiate, scalinate consumate dai secoli, stretti passaggi a volta. Un labirinto intervallato da deliziosi balconi panoramici che si affacciano sul Ventoux, sepolti sotto rose rampicanti, ulivi, fichi…

I cipressi puntano verso il cielo, una fontana gorgoglia ai piedi di un cespuglio, risuona in lontananza il tac-tac di una partita di bocce. Mezzogiorno suona dal campanile della chiesa. Non è più chiaro dove inizi l’albergo e dove finisca il villaggio.

Una discreta porta di legno in cima al villaggio, di fronte al municipio, è la reception. Non appena si entra, il tono è deciso: poltrone profonde e una sedia a falda di paglia tipica della regione si affacciano su un antico camino in pietra. I mobili evocano la borghesia rurale provenzale dei secoli passati: armadi in legno curvo, cassettiere a cupola… Ma i proprietari (così come i loro ospiti) sono anglosassoni. A loro piacciono anche i tessuti serici, le tende pesanti, i cuscini spessi.

I due decoratori inglesi, che qui si sono alternati, hanno saputo scegliere materiali caldi. Risultato: una struttura bella come la Provenza rustica, ma accogliente come un cottage inglese.

Un soffice rifugio dove è bello, negli ultimi giorni d’inverno, leggere accanto al fuoco. In estate, si cerca il fresco su uno dei terrazzini nascosti in un angolo del giardino alberato. Il bordo del pozzo, le vecchie ceramiche, i battenti d’epoca, mille dettagli riportano indietro nel tempo, quando un signore di nome Le Brave Crillon, uno dei generali più valorosi di Enrico IV, lasciò in eredità il suo nome al villaggio.

La sua statua si trova nella piazza del municipio. La stessa famiglia ha anche dato il nome al Crillon, il famoso palazzo di Place de la Concorde a Parigi. Ma questa è un’altra storia…

Reportage pubblicato da Campagne Décoration Magazine

Hôtel Crillon Le Brave

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